I Casoni

Un tempo il casone veniva usato sia per riporre gli attrezzi da pesca e da caccia, che per mangiare, per ripararsi dalla pioggia e dormire. Ogni famiglia maranese aveva la sua casa in muratura a Marano ed uno o più casoni in laguna, come punto d'appoggio per svolgere l'attività peschereccia.

Non c'erano le finestre ed una volta acceso il fuoco, il fumo doveva uscire attraverso gli interstizi delle cannucce o dalla porta lasciata aperta d'estate. Certamente il fumo s'impadroniva di tutto il casone e bisognava sedersi bassi e con la porta aperta per potersi guardare, parlare e respirare meglio. Teneva lontano le tantissime zanzare e oleoso com'era, s'attaccava all'incannucciato rendendolo internamente più impermeabile all'acqua.

Tipologia

Sulla laguna di Marano il nucleo di casoni più consistente di tutti, per numero degli stessi, è quello posto alla foce, in laguna, del fiume Stella; tale villaggio è ora ricompreso nell"Oasi di protezione faunistica' (così definita con ordinanza del Sindaco di Marano che regolamenta il comportamento delle persone che l'attraversano). In esso s'è rilevato nel 1984 il casòn di Lino e Bruno Popesso in zona Spìgolo dei Caporai pubblicato poi in un articolo sul volume «Raccontare Lignano» 5 a cui si rimanda. Questo casone fu ricostruito nel 1970 con materiali e tecniche molto simili a quelli più antichi; per questo venne proposto come tipico casòn maranese che ha oggi una caratteristica diversa da quelli di Grado ad est e di Caorle ad ovest. Già in un precedente articolo6 abbiamo accennato a questo fatto,che ora precisiamo meglio.

Il casone maranese tipico dovrebbe essere quello che è ben presente in vari esempi all'Oasi (tralasciando recenti ricostruzioni che oltre ai materiali hanno snaturato anche dimensionalmente quelle che erano le tipologie antiche): perimetro di base rettangolare con lati minori (anteriore e posteriore) arrotondati; pareti di base verticali (orto) alte m 1,50 circa che si alzano verso l'ingresso per permetterne un più agevole transito;  il casone gradese presenta 7: perimetro di base rettangolare con il lato posteriore rettilineo, o quasi, e perpendicolare ai fiachi, mentre il solo lato anteriore  è arrtondato; pareti di base verticali alte m 1,50 circa, alzantisi verso l'ingresso (nel tipo "più vecchio però lo spiovente del tetto scende molto più in basso);  infine il casòn caorlotto, che: ha perimetro di base già più tendente all'elissoidale con Iati minori, davanti e nel retro, con più accentuate rotondità; è senza pareti di base verticali che casomai si realizzano all'interno lasciando le falde di copertura arrivare fino a terra9;ha la porta d'ingresso rientrante rispetto al perimetro esterno delle pareti. Va comunque precisato che queste caratteristiche specifiche, notate per ognuno dei vari tipi di casone, si influenzano vicendevolmente venendo anche usate reciprocamente e, quando ciò avviene, si evidenzia ancor più la diversità fra di esse.

Va comunque precisato che queste caratteristiche specifiche, notate per ognuno dei vari tipi di casone, si influenzano vicendevolmente venendo anche usate reciprocamente e, quando ciò avviene, si evidenzia ancor più la diversità fra di esse.

Origini "Fa una certa impressione osservare una delle tipiche costruzioni in canne e paglia delle bocche del Danubio, e rendendosi conto che un pescatore maranese vi si potrebbe trovare a proprio agio, più che in una qualsiasi casa rurale della bassa pianura friulana, tanto essa gli ricorderebbe il casone della sua laguna. Abitazioni simili, infatti, si ritrovano con stupefacente regolarità in molte delle zone umide nelle quali l'uomo è riuscito, nel corso dei secoli, più o meno stabilmente ad insediarsi.

Le cannelle dovevano essere pulite, essicate, ecc. per essere poi riprese a mazzetti e collocate sul tetto con il gambo in alto e le punte in basso per facilitare lo sgrondo dell'acqua piovana che segue le nervature. Solo il piccolo sporto di gronda è realizzato ponendo i fasci di canna al contrario per farla resistente e sagomarla col taglio successivo. All'interno del casòn si accedeva per l'unica porta ad ovest, sottovento; il pavimento rimaneva di terra battuta; al centro si faceva il focolare quadrato in mattoni, rialzato un 40 cm da terra; si metteva qualche sgabello o panca ai lati e c'era la letièra in fondo che anticamente fungeva da letto per tutti.

Però dopo tre, quattro anni anche l'iniziale spessore di questo primo strato di canne (circa 10 cm) veniva ad assottigliarsi deteriorandosi, cosicche si procedeva ad una ricopertura, aggiungendo un altro strato di canne. Così procedendo, nei decenni, si arrivava anche a spessori cospicui di canna, sui 30-40 cm; ciò rendeva il tetto ancor più pesante e questo forse faceva nascere l'esigenza di porre internamente un montantepal de la lume (dove si attaccava il lume)che da terra sosteneva direttamente il colomèl (trave di colmo); poi che la struttura così com'era congetturata non ne avrebbe bisogno 8. Infatti ai piantoni di base si appoggiano le due cavariade (capriate) estreme che lo sorreggono direttamente.

Dopodichè si disponevano tutti gli altri travetti inclinati, poggiati sul colmo e sulla parete e legati alle assi celle orizzontali, le late, mentre con altre late esterne si rinserrava successivamente lo strato di canna contro questa struttura portante. I casoni hanno tutti il medesimo asse longitudinaIe in direzione est-ovest per offrire minor resistenza al vento di bora che è quello di gran lunga più forte in zona, ed hanno l'unico ingresso proprio ad ovest, che è il versante più riparato.